Il mondo di Francesco Mulinari: L’ Aietta a Montalcino
Il mondo di Francesco Mulinari: L’ Aietta a Montalcino

Il mondo di Francesco Mulinari: L’ Aietta a Montalcino

U
no scambio di messaggi, l’essersi conosciuti a Siena qualche anno fa  e sui social, l’invito a visitare la cantina nel pomeriggio di sabato, dopo le degustazioni a Brunello Off…

Si scusa di non essere stato presente alla manifestazione… Data la produzione di nicchia  che conta su 2000 bottiglie di Brunello e 2500 di Rosso e altre 2500 tra il bianco e la bollicina…

Ci vediamo nel parcheggio sotto la fortezza della città e scendiamo di qualche curva per imboccare una strada sterrata, che sembra portarti in un mondo fantastico.

Francesco inizia il suo racconto con il ricordo dell’acquisto del podere da parte di suo padre perché da bambino desiderava avere un cane: un ettaro di terrazze digradanti fino alla piana , detta appunto L’Aietta, dove per tradizione ci si riuniva al termine dei riti carnevaleschi, dopo la festa al Teatro Degli Astrusi.

Grande passione per il lavoro nei campi e studi giovanili di agronomia: il maestro di Francesco è il Columella che “già aveva capito tutto nel 47 d.C.” e proponeva quella biodiversità che tanto oggi è osannata per cercare di arginare le pestilenze di insetti che non trovano competitori naturali e l’uso improprio di chimica in vigna.

La vigna scende

con un dislivello di circa 110 metri e volge verso ovest, naturale anfiteatro per assistere ai magici tramonti di Montalcino: il terreno sabbioso consente di ripristinare le fallanze attraverso il sistema della propaggine, interrando un ramo delle viti di Sangiovese Grosso, condotte ad alberello.

Oltre a questo possedimento di circa un ettaro, Francesco ha acquistato un terreno che ha impiantato ex novo a Castelnuovo dell’Abate, dove i suoli sono ricchi in argilla e galestro.

Si sente nelle parole di questo giovane produttore la passione pura e il grande amore che mette in tutto ciò che fa: si illuminano gli occhi quando descrive i progetti e i sogni e quando parla di suo figlio, di appena due anni, che è una forza della natura.

Prendiamo il bicchiere e iniziamo gli assaggi.

Metodo classico dosaggio zero stupendo da Sangiovese, 60 – dico 60 – mesi sui lieviti! Fragrante frutto e bollicina preziosa e setosa. Esprime il carattere gioviale, intenso e vivace del vitigno!

Grandine (che porta in etichetta una coccinella portafortuna) deve il nome a un episodio che colpì la vigna dove erano ancora in pianta le uve per fare un passito: Francesco che non va mai contro il Karma, coglie il buono e ne fa un bianco splendente e aromatico, un intreccio di dialoghi tra Malvasia di Candia, Vermentino e Zibibbo.

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Perfetto come aperitivo, ci accompagna mentre vediamo calare il sole dietro le colline.

Il Rosso di Montalcino 2019 è una meraviglia e mi fa pensare a quanto interessante sarà il Brunello e la riserva che Francesco ha intenzione di fare.

In cantina vasche di acciaio per la fermentazione e botti  di rovere di Slavonia per l’affinamento: il desiderio futuro è quello di utilizzare anche il cemento… sicuramente assaggeremo cose altrettanto stupende!

Ultimo a essere degustato il Brunello 2016,

di cui mi rifornisco immediatamente per un successivo assaggio casalingo: complesso al naso, voluttuoso, sincero tra profumi di ciliegia, scorza d’arancia, fiori e speziatura delicata; tannino integrato, vibrante acidità, nervoso, intenso e persistente.

Sarei rimasta ancora a parlare con Francesco, una persona di cultura e di grande sensibilità, con cui ci si relaziona amabilmente: stessa attitudine che ho riscontrato nei vini che produce, in cui ritroviamo l’impegno costante nel comunicare onestamente il territorio magnifico di Montalcino.

 

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 Azienda Agricola L’ Aietta
Via traversa di via Osticcio, 8
Montalcino SI
  +39 346 145 3226

 

aietta.eu

 

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