Paolo Socci e il meraviglioso Chianti di Lamole
· di Olga Sofia Schiaffino ·
I
l sole sta tramontando davanti a me, tingendo d’oro il cielo e allungando chiaroscuri delicati sul paesaggio circostante.
Ho il cuore pieno di sensazioni, che cercano di trovare un luogo dove sistemarsi, per andare incontro a quel processo di affinamento molto simile a quello che accade al vino in una bottiglia.
Con grande calore e disponibilità, ho avuto il piacere di essere accolta in cantina da Paolo Socci, Fattoria di Lamole, che ebbi la fortuna di conoscere un paio di estati fa.
“Archeologo contadino” egli ama definirsi, comunicando la sua duplice anima, il suo certosino lavoro di recuperare dal passato e custodire per il futuro antichi saperi e tradizioni legate alla terra.
Paolo è un artista,
lavora con le mani, con la testa ma soprattutto con passione, cosa che traspare dai suoi gesti, dai suoi modi gentili, dal suo animo nobile.
Alla morte del padre, acquisì con grande coraggio, i vigneti situati sulla collina di Lamole: questo è un territorio particolare, più fresco per l’altitudine rispetto ad altri luoghi del comprensorio della denominazione Chianti Classico. I suoli ricchi di arenaria permettono coltivazioni a piede franco e il sangiovese esprime caratteristiche note floreali, tipicamente il giaggiolo, simbolo dello stesso borgo.
Il lavoro non fu solo quello di impiantare cloni di Sangioveto non innestati, come suggerito dal fattore Livio, importante figura affettiva, presente da sempre nella famiglia Socci, ma di recuperare i vecchi muretti a secco in pietra a contenimento delle pendici della collina e descrittori di un paesaggio stravolto da moderne concezioni di organizzazione della vigna.
Sembrerebbe una pazzia, un irragionevole capriccio, una ostinata posizione contro evidenze di mercato: invece no, la vite, la terra e l’uomo formano un’unità basata sul rispetto reciproco.
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Ora l’Unesco guarda a questo progetto di viticoltura eroica e l’Università di Firenze ha installato un cantiere didattico a tutela dei recuperi ambientali proprio a Vigna Grospoli, cominciati nel 2003.
Un riconoscimento che rende gloria a Paolo Socci, provato da numerose difficoltà incontrate nel suo percorso.
Il racconto affascinante prosegue versando il vino nei bicchieri: Le Stinche, come recita l’etichetta, proviene da un vigneto impiantato su terreni storicamente appartenuti al Castello delle Stinche a Lamole, a quasi 700 m s.l.m. Onesto e sincero, dinamico in bocca come lo ha definito Armando Castagno, impressionante per la pulizia dei sentori floreali e fruttati, succosi e rifiniti da una garbata speziatura.
Vigna Grospoli,
di cui, tornando a casa, ho scoperto di possedere la bottiglia numero 42 del 2008, è un vino raro e prezioso, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, che mostra con fierezza l’etichetta originaria della azienda di famiglia, Antico Lamole.
Lampone, ribes rosso e bianco, mora di rovo, timo, tabacco e effluvio floreale di Iris e lavanda: acidità, tannino e struttura dialogano amabilmente in un finale lungo e appagante. Vinificazione in cemento e tonneau.
Lama della Villa,
proviene da viti condotte ad alberello (a proposito, dire che lavora in regime biologico era più che sottinteso!) dimostra l’essenza del Sangiovese, acuminato, definito, meraviglioso al naso e al palato.
Commuovente l’IGT Le viti di Livio, dedicato al fattore che vediamo ritratto in una grande foto in cantina, mentre tiene in braccio la figlia di Paolo. Un vino al quale ti avvicini con rispettoso silenzio e umiltà, mettendoti in ascolto della complessità dei profumi tipici e franchi, della freschezza gustativa e di un tannino fiero, consono ad un vitigno che abbisogna di aver limate le unghie, con una lunga permanenza in cemento.
Guardando danzare il liquido di un delicato rosso rubino tra le pareti del bicchiere, tornando a metterlo sotto al naso e poi alla bocca; mi dico che per me il Chianti Classico di Lamole è Paolo Socci. Il vino che voglio continuare a bere, per emozionarmi ogni volta che ne apro una bottiglia, per ritrovare valori, memorie, volti di uomini e di donna, sudore, sogni, fatica: insomma un mondo intero.
Un mondo (e non solo in quello del vino) in cui si ha ancora bisogno di etica e amore, di persone come lui.
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Fattoria di Lamole
Via Lamole, 70
Greve in Chianti FI
+39 055 854 7065