I Vini dell’Etna
· di Olga Sofia Schiaffino ·
P
rima tappa a Milo, per salutare Salvo Foti e visitare i vigneti e Palmento Casella.
Una grande opera, iniziata due anni fa, tesa a recuperare la tradizionale viticoltura Etnea. Tutta la proprietà è affidata alle sapienti mani dei Vigneri: alberelli di Carricante (uva autoctona del versante est del vulcano), filari ordinati, zappati a mano, conduzione biologica senza uso di pesticidi.
Perché “u vinu si fa cu a racina”.
Salvo è affiancato dal figlio Simone e dall’infaticabile Maurizio Pagano, che ogni mattina all’alba, coordina le squadre di lavoro dei Vigneri. Una filosofia di lavorare la terra che affonda le radici nell’insegnamento e nella saggezza dei vecchi.
I vini che nascono da questo magico connubio sono espressione di un territorio particolarmente vocato, regalano emozioni e sensazioni gusto olfattive indimenticabili. Ricordiamo Aurora, da uve Carricante a Milo, Vinupetra, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio da vigna Calderara a Passopisciaro ed il leggiadro Vinudilice, da vitigni autoctoni di Vigna Bosco, in mezzo ad un bosco di lecci, a 1300 m di altitudine.
Perle di umanità ed eleganza.
Il nostro Buen Retiro a Milo
è il Bed and Breakfast U Rinazzu: due camere molto accoglienti, una sala colazioni dove Alfiuccia propone le torte homemade (quella di pistacchio è meravigliosa!) e le spremute fresche in stagione, un cortile con vista Etna.
Non potevamo quindi non fare una visita “culinaria” alla pluripremiata Osteria 4 Archi, sempre a Milo: gustosissimi arancini con trunzo di ACI Trezza e Ragusano, primi piatti con materie prime distagione e presidi Slow Food, stinco di maiale, tagliate di manzo ed altre prelibatezze da accompagnare ad un vino scelto dalla stupenda e fornitissima carta dei vini. Abbiamo degustato “Profumo di Vulcano” 2012 di Federico Graziani e curato enologicamente da Salvo Foti.
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Un tripudio di profumi fruttati,
balsamici, speziati e floreali, un tannino setoso e magistralmente elegante, coerenza e persistenza gusto olfattiva da Guinness dei primati. Non bastano aggettivi superlativi per descriverlo, bisogna concedersi l’esperienza…
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