Eravamo 5 amici al Bart · Ponti di Toi
Eravamo 5 amici al Bart · Ponti di Toi

Eravamo 5 amici al Bart · Ponti di Toi

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on ce ne voglia il grande Gino Paoli, ma ieri sera, al Black Bart dell’amico Enzo De Liso eravamo i soliti 4, più un ospite d’eccezione, Stefano Legnani.

Che da ospite è diventato subito uno di noi.

Stefano Legnani è un amante del rischio.

Non nel senso che ami rischiare, piuttosto nel senso che il rischio lo sa gestire, dal momento che per circa 30 anni ha stipulato polizze assicurative, districandosi tra danni, responsabilità civile, premi, ecc.

Poi, complice la moglie Monica, che a Sarzana è nata e gli ha “portato in dote” un terreno con vigneti, Stefano si è preso il rischio (allora sì, forse un po’ lo ama anche) di lasciare il mondo assicurativo per diventare vignaiolo full time, trasformando in lavoro una passione, quella per il buon vino e per il buon cibo, che lo accompagna da sempre.

Siamo a Sarzana,

nel cuore della Doc Colli di Luni, ma i vini di Stefano sono decisamente originali e poco inquadrabili nei canoni “classici”.

Stefano non si avvale di consulenze enologiche e decide in autonomia quando e quanti travasi effettuare, nel massimo rispetto dell’uva, in vigna prima e in cantina poi, con il ricorso alla solforosa solo in fase di diraspatura, nessun controllo delle temperature di fermentazione e nessuna chiarifica.

Tutto è affidato alla natura, ai suoi ritmi e cicli e questo sì che è un bel rischio, ma Stefano, da bravo ex assicuratore, sa domare le circostanze non prevedibili, regalandoci vini sempre diversi e per questo sempre affascinanti.

Il suo prodotto più noto è il Bamboo Road, che prende il nome dal canneto che costeggia il vialone di Marinella: è un uvaggio composto da Vermentino, Trebbiano, Malvasia Di Candia, Malvasia Toscana e Albana.

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Le uve sono presenti in percentuali variabili, a seconda della produttività annuale (eccolo il rischio!) e vengono lavorate tutte insieme e fatte macerare sulle bucce per 5 giorni.

Da segnalare

il fatto che malvasia e albana derivano da vigne di quasi 80 anni, poste a Marinella, a 3 metri sul livello del mare.

Ieri sera abbiamo assaggiato due diverse annate di Bamboo Road, 2017 e 2018 e abbiamo assaggiato due vini completamente diversi, per colore, profumi e impatto gustativo.

Dato che siamo tutti un po’ sovversivi, partiamo dall’annata 2018, che ci sconvolge immediatamente con la sua veste arancio brillante, come seta spessa e preziosa.

All’olfatto regala subito una dolce caramella al miele (e la accettiamo, perché non è mica uno sconosciuto…), per poi virare su una calda frutta tropicale.

All’assaggio si conferma pieno, potente, ma sorretto da un’acidità piacevolissima e percorso da una vena tannica che davvero ci fa pensare ad un orange wine di altre zone italiche.

Vino incredibile e dalle potenzialità gastronomiche incredibili.

Il 2017 è una il gemello diverso.

Si presenta in abito giallo dorato, è denso e luminoso.

Al naso irrompe con una decisa ed elegantissima vena di idrocarburo, che scuote le narici, per poi accarezzarle con note di erbe aromatiche secche, susina, pesca.

In bocca si conferma di gran classe, si espande e si ricompone nella sua scia sapida.

Finale lungo, bevuta di assoluta piacevolezza, infatti dopo pochi minuti i nostri bicchieri sono desolatamente vuoti.

Li ricolmiamo con il Ponte di Toi 2018.

Vermentino in purezza, giallo dorato.

Leggera volatile all’inizio, ma che poi cede il passo a frutta gialla matura ed erbe officinali.

La nota idrocarburica e di gomma bruciata, che di solito caratterizza il Ponte di Toi, arriva solo in seconda battuta.

In bocca si declina su toni morbidi, con un residuo zuccherino inconsueto, ma ben bilanciato da una freschezza che rimane a lungo.

Vino non per tutti, forse, sicuramente ottimale con i formaggi e con piatti speziati.

La morale della favola

è che pur partendo dalla stessa base (uva, tecniche di vinificazione, ecc.), il risultato finale è completamente diverso.

Nemmeno la matematica ci aiuta, perché cambiando l’ordine dei fattori, il risultato cambia eccome.

Il bello di queste serate è proprio qui: scoprire vini così diversi, vibranti, vivi, frutto della passione di un uomo che rispetta la natura e le lascia condurre il gioco.

Perché comanda Lei.

Il bello di questa serata è parlare di vino e di vita con gli amici.

Che poi il vino e la vita sono un po’ la stessa cosa: cambiano, ci sorprendono e ci chiedono entrambi di essere sempre curiosi e affamati (o assetati).

Il bello di queste serate è viverle.

 

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 Ponti di Toi · Stefano Legnani 
Via dei Molini, 72
Sarzana SP
  +39  348 222 9695

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