Quando il vino diventa un’ opera d’arte
· di Olga Sofia Schiaffino ·
C
i sono momenti della vita in cui ti riesce qualcosa che avresti creduto impossibile, come tirare a canestro all’ultimo secondo, con la tua squadra sotto di uno, mentre ti volti sconsolato, senza il coraggio di guardare la palla, in una frazione di secondo sentirsi spostato dal boato della folla e abbracciato dai compagni, perché si, il tuo tiro è finito dentro, senza neppure un rimbalzo e avete vinto la partita.
Fabrizio Doveri
aveva presentato il suo Syrah (quasi un vin de garage) nel 2010, durante un concorso che prevedeva la degustazione di vini alla cieca: erano presenti rinomate etichette di grandi cantine della zona di Cortona, dove sappiamo che questo vitigno, che proviene dal Sud della Francia, ha trovato un clima ed un terreno ideale ed esprime la sua gioiosa e nel contempo austera complessità.
Dopo qualche ora, dato che il contest andava per le lunghe, rientrò a casa, ma vi restò pochissimo perché gli amici lo chiamarono, dicendogli che doveva presentarsi per ritirare il premio: era lui il vincitore, un autentico fuoriclasse.
Non poteva più tirarsi indietro, doveva seguire quello che il Destino gli stava suggerendo in modo decisamente inequivocabile: cambiare vita e farsi coraggio per seguire il suo cuore e la sua passione – coltivare la terra e fare il vignaiolo –
Poco più di due ettari,
una cantina accogliente dove si allineano contenitori d’acciaio, barriques e un grande tonneau di legno pregiato, di cui va molto fiero, perché Fabrizio ama sperimentare e capire questo vitigno nelle sue mille sfaccettature: nasce L’Usciolo, in circa 3500 esemplari ogni anno, apprezzato in Italia e oltreoceano.
Entusiasmo e certosina attenzione nella conduzione in vigna naturalmente biologica, carattere aperto e solare e grande personalità sono qualità di Fabrizio che ritroviamo nel bicchiere: sembra strano ma è proprio così, nell’effluvio dei profumi garbati di prugna, ciliegia, delle note speziate di pepe nero, tabacco e nei sentori terziari carnacei.
La trama tannica
è grintosa ma nel contempo educata: l’assaggio intenso e complesso, dinamico al palato e ti coinvolge, come le storie di vita che ti racconta, bicchiere in mano, il geniale e talentuoso produttore.
Non ha la smania di produrre bottiglie in più, mira a raggiungere sempre alti livelli qualitativi e interpretazioni coerenti del profondo legame tra il Syrah ed un leggiadro territorio di confine, luogo di preghiera ed ispirazione per santi e poeti.
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Stupore e meraviglia ricordo dopo l’assaggio di L’Usciolo, arte pura allo stato liquido: Fabrizio Doveri, il Giotto dei vigneron, è autentico e capace di trasmettere grandi emozioni.
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Cantina Doveri
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