Terre Del Barolo
· di Olga Sofia Schiaffino ·
Si, avete visto bene, la bottiglia è pure numerata ed ha trascorso il periodo dell’austerity, del boom economico, della prima e della seconda repubblica, il passaggio dalla lira all’euro in una cantina di una casa in collina.
Ieri sera a cena si dice: “proviamo ad aprirla e vediamo cosa è successo?” mi accingo con grazia e rispetto ad aprirla, pronta con un decanter ed una candela accesa.
Il tappo è perfetto, non si sgretola al passaggio del verme ed esce altero ed integro.
Esclamazione generale di meraviglia: pulisco con cura ed inizio la decantazione tra gli sguardi incuriositi dei presenti, come se fossi Aladino che strofina la lampada per far uscire il Genio…
Ora il momento clou, l’assaggio nel bicchiere… il colore è bello, rosso granato intenso, il naso davvero strepitoso.
Humus, sentori di pelliccia, cuoio, frutta rossa matura, rosa e viola appassite, note di cacao tostato e sfumature eteree… non crediamo alle nostre narici… e in bocca c’è, resiste, dopo un incedere regale e solenne in cui si apprezza ancora la verve acida e il tannino levigato e vellutato.
Decisamente meritato il titolo “Vino dei Re, Re dei vini” che fu assegnato a questa superba declinazione del Nebbiolo.
Vogliamo brindare ai nostri followers, lettori, amici, produttori e winelovers ed augurare a tutti un Sereno Natale.
Chiara, Liliana, Olga Sofia, Franco.
André Beaufort Ambonnay Brut Nature s.a.
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